TIPI DI GAS DISTRIBUITI IN ITALIA
In Italia si distribuiscono sostanzialmente due tipi di gas, entrambi privi di componenti tossici:

• Il gas naturale, comunemente definito “metano”, che dai giacimenti di estrazione arriva direttamente alle nostre case attraverso un sistema di trasporto primario e reti di distribuzione;

• Il GPL (gas di petrolio liquefatto), proveniente dalla distillazione del petrolio greggio, che viene generalmente commercializzato in bombole o in piccoli serbatoi. In particolari zone, nelle quali è difficile o antieconomico portare il gas naturale, il GPL viene distribuito anche mediante piccole reti canalizzate
LE PRECAUZIONI DA OSSERVARE
Il fatto che siano distribuiti gas combustibili tra loro diversi per le loro caratteristiche chimico-fisiche, impone di osservare una serie di precauzioni. In particolare:

• Prima di acquistare ed installare, nonché trasferire apparecchi a gas da una località all’altra, è necessario consultare un installatore qualificato, per accertarsi che gli apparecchi stessi siano idonei a funzionare senza inconvenienti nel posto dove si intende utilizzarli;

• Nel caso di apparecchi non idonei ad utilizzare il gas distribuito nella zona, gli apparecchi stessi devono essere sottoposti ad operazioni di conversione. Si eviterà così il verificarsi di malfunzionamenti che potrebbero condurre ad inconvenienti pregiudizievoli per la sicurezza. Queste operazioni devono essere effettuate esclusivamente da operatori specializzati e/o centri di assistenza tecnica;

• I dispositivi di sicurezza, controllo e regolazione automatica, che fanno parte di un apparecchio, non possono essere modificati se non dal costruttore dell’apparecchio stesso, sotto la sua responsabilità.
LA SICUREZZA E’ UNA BUONA ABITUDINE
Quando si parla di gas ci sono anche precisi obblighi da rispettare. La salvaguardia della sicurezza, infatti, impone i seguenti obblighi a tutti gli interessati:

• L’impianto di adduzione del gas combustibile deve essere eseguito a “Regola dell’arte”, nel rispetto di quanto previsto dalle Leggi (vedi pag. 28);

• Gli apparecchi di utilizzazione (caldaie, scaldacqua, cucine, ecc.) devono anch’essi rispondere ai requisiti di fabbricazione previsti dalla Legge;

• La manutenzione degli apparecchi deve essere eseguita conformemente alle disposizioni e alle normative vigenti.
LA MARCATURA DEGLI APPARECCHI
La direttiva comunitaria 90/396/CE prescrive che gli apparecchi a gas siano conformi alle norme nazionali che recepiscono le norme europee “armonizzate” ed alle prescrizioni della stessa direttiva.

Per ottenere il diritto ad apporre la marcatura CE, i produttori debbono conformarsi ai requisiti di sicurezza imposti dalla direttiva stessa.
LA MARCATURA DEGLI APPARECCHI
Quali sono i “requisiti essenziali” a cui gli utenti devono fare riferimento per salvaguardare la sicurezza?

I principali sono:

• Ventilazione (1) - I locali dove sono installati gli apparecchi di utilizzazione devono essere adeguatamente ventilati al fine di far affluire l’aria necessaria per la combustione;

• Aerazione (2) - I locali dove sono presenti apparecchi che scaricano nell’ambiente i prodotti della combustione, devono essere adeguatamente aerati per favorire il ricambio d’aria;

• Evacuazione prodotti della combustione (3) - Gli apparecchi che devono evacuare i fumi prodotti dalla combustione all’esterno dei locali di installazione, devono essere raccordati a sistemi di scarico come camini, canne fumarie, ecc., di sicura efficienza;

• Dispositivi di sorveglianza di fiamma (4) - Tutti gli apparecchi (ad esclusione dei piani di cottura, per i quali al momento non esiste l’obbligo) devono essere dotati di dispositivi di sorveglianza di fiamma per bloccare la fuoriuscita del gas in caso di spegnimento;

• Tenuta degli impianti (5) - Gli impianti di adduzione del gas combustibile devono essere a tenuta (non ci devono essere perdite di gas);

• Rivelatori di gas (6) - Questi dispositivi non sono

obbligatori. Il loro eventuale impiego può tuttavia

contribuire, con funzioni aggiuntive ma non sostitutive, alla sicurezza di impiego del gas combustibile, mediante una funzione di rivelamento e segnalazione ottica/acustica della presenza di gas nonché, talvolta, di intercettazione del gas stesso. Il loro impiego non esonera comunque dal rispetto di tutti i requisiti prescritti dalla legislazione e dalle normative pertinenti.
LE BUONE ABITUDINI
Alcune azioni, debitamente eseguite, possono essere considerate come buone abitudini per la salvaguardia della sicurezza:

• Chiudere la valvola del contatore o quella di ingresso della tubazione di alimentazione del gas nei locali di abitazione o quella della bombola, quando non si utilizzano gli apparecchi. Questa operazione va sempre eseguita in caso di assenza da casa, anche se di breve durata; • Per accendere un bruciatore del piano di cottura è consigliata la procedura seguente:

1) accendere il fiammifero;

2) accostare il fiammifero acceso al bruciatore;

3) aprire il rubinetto del gas.

Se, infatti, si eseguono le operazioni in ordine inverso, è possibile che, dopo aver aperto il rubinetto, intervenga qualche elemento di distrazione (es. squilla il telefono o suonano alla porta), cosicché la successiva accensione del fiammifero può produrre gravi incendi. • Non allontanarsi dalla cucina lasciando cibi in cottura sul fuoco; • Evitare di riempire troppo le pentole. La fuoriuscita di liquidi in ebollizione, infatti, può causare lo spegnimento della fiamma ed originare gravi incidenti. N.B. - Oggi esistono in commercio piani di cottura dotati di dispositivo di sicurezza che, in caso di spegnimento accidentale della fiamma, blocca l’erogazione del gas. Nonostante il loro costo sia leggermente superiore se ne consiglia l’acquisto perchè contribuiscono notevolmente ad aumentare la sicurezza.
LA MANUTENZIONE DEGLI APPARECCHI
Per garantire la completa sicurezza, gli apparecchi alimentati a gas devono essere periodicamente sottoposti a regolare manutenzione, secondo quanto previsto dal costruttore nel libretto di istruzioni. Le caldaie devono essere sottoposte a manutenzione ogni anno, preferibilmente prima dell’inizio del periodo di riscaldamento. Le caldaie, inoltre, per quel che riguarda i criteri di salvaguardia dell’efficienza energetica, sono soggette alla Legge 10/91 “Norme per l’attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia” ed ai relativi regolamenti di attuazione, DPR 412/93 e DPR 551/99, che ne sanciscono le modalità di verifica. La corretta conduzione (come prevista dal libretto di istruzioni) consente di:

• Mantenere efficiente l’apparecchio;

• Ottenere risparmi significativi

sui consumi di combustibile;

• Contribuire a tenere pulito l’ambiente

riducendo le emissioni inquinanti.

Per la manutenzione periodica è necessario ricorrere all’opera di un tecnico abilitato.
L’INSTALLAZIONE DELL’IMPIANTO E LA DICHIARAZIONE DI CONFORMITA’
La Legge 5 Marzo 1990 N. 46 “Norme per la sicurezza degli impianti” (vedi pag.28), prescrive che l’installazione, l’ampliamento, la trasformazione e la manutenzione degli impianti a gas a valle dei contatori siano eseguite esclusivamente da operatori abilitati, in possesso di determinati requisiti tecnico-professionali, certificati da un “attestato di riconoscimento” rilasciato dalle Camere di Commercio o dalle Commissioni Provinciali per l’Artigianato. La stessa legge prescrive, inoltre, che al termine dei lavori l’installatore rilasci una “dichiarazione di conformità” per attestare che l’impianto è stato realizzato secondo le normative vigenti. Inoltre, l’installatore saprà indicare se il locale in cui si vuol fare l’impianto risponde alle necessarie prescrizioni per quanto riguarda la ventilazione, l’aerazione, l’evacuazione dei prodotti della combustione nonché per l’ubicazione dell’apparecchio in funzione delle relative caratteristiche. In particolare, farà presente che: Vigili del FuocoSicuro Gas• Gli apparecchi si suddividono rispettivamente in tre tipi:

Ø Tipo A:

apparecchi di portata termica limitata, caratterizzati dal fatto che prelevano l’aria, necessaria alla combustione, direttamente nel locale dove sono installati ed evacuano i prodotti della combustione direttamente nello stesso ambiente.

Ø Tipo B:

apparecchi tradizionalmente più diffusi, cosiddetti “a camera di combustione aperta”. Prelevano l’aria, necessaria alla combustione, direttamente nel locale dove sono installati ma devono essere raccordati, mediante canali da fumo, a sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione (camini, canne fumarie, ecc.).

Ø Tipo C:

apparecchi cosiddetti “stagni”, con circuito di combustione “a tenuta” rispetto al locale d’installazione. Infatti prelevano l’aria, necessaria per la combustione, direttamente dall’esterno ed evacuano i prodotti della combustione direttamente all’esterno mediante appositi condotti di adduzione aria-espulsione fumi.

• Gli apparecchi di tipo “A” non possono essere installati in locali adibiti a camera da letto o a bagno/doccia e nei locali di volume minore di 12 metri cubi;

• L’installazione di apparecchi a gas per riscaldamento (stufe, caldaie, ecc.), di tipo “B” (cosiddetti a “camera di combustione aperta”), è vietata nelle camere da letto e nei locali uso bagno;

INSTALLAZIONE VIETATA PER APPARECCHI DI TIPO "A" E "B"



• Nei bagni può essere consentita, ma solo a condizioni molto limitative, l’installazione di apparecchi di tipo “B” per la produzione di acqua calda per uso igienico sanitario (scaldabagni).


Ulteriori limitazioni Il volume del locale da bagno deve essere almeno di 20 m3;
La portata termica dello scaldabagno non può superare i 35 kW;
Il rapporto tra il volume del bagno e la portata termica dello scaldabagno deve essere almeno 1,5 m3 per kW di potenza.

I divieti e i limiti di impiego sono d’obbligo per tutti gli apparecchi descritti che, durante il loro funzionamento, prelevano ossigeno, necessario affinchè la combustione avvenga in modo corretto, direttamente dall’aria dell’ambiente in cui sono installati. “La combustione in carenza di ossigeno genera monossido di carbonio, gas inodore e incolore, fortemente tossico anche a basse concentrazioni”. Per questo motivo i locali d’installazione devono essere permanentemente ventilati mediante aperture di ventilazione, di superficie pari a 6 cm2 per kW installato, con un minimo di 100 cm2, o mediante condotti di ventilazione.

Nel caso di installazione di apparecchi di tipo “A”
sono necessarie due aperture di almeno 100 cm2 ciascuna; la prima, collocata in prossimità del pavimento, per favorire l’ingresso di aria; la seconda, ubicata nella parte alta della parete, per consentire di evacuare all’esterno i prodotti della combustione.

Gli apparecchi di tipo “C”,
con circuito di combustione stagno, non avendo necessità di prelevare l’aria dal locale d’installazione, non necessitano di aperture permanenti di ventilazione. Osservate le prescrizioni di legge, e rispettate le norme UNI, l’installatore provvede alla messa in servizio degli impianti e degli apparecchi dopo aver effettuato le verifiche ed i controlli prescritti dalle specifiche normative vigenti.

TUBAZIONI DELL’IMPIANTO INTERNO DEL GAS E MISURATORE
In linea generale le tubazioni dell’impianto interno del gas, che costituiscono la parte fissa dell’impianto interno, possono essere di acciaio o di rame. Per i soli tratti di tubazione interrata (per l’attraversamento di cortili, giardini, ecc.), in alternativa ai materiali sopra indicati, è consentito l’utilizzo di tubi in polietilene. Le tubazioni possono essere collocate in vista, sotto traccia ed interrate. Nella posa delle tubazioni è vietato l’utilizzo di gesso o materiali similari. Le tubazioni metalliche che costituiscono l’impianto di adduzione del gas non devono essere utilizzate come messa a terra di apparecchi elettrici. Le tubazioni in vista non possono essere utilizzate in modo improprio (per appendervi panni o quant’altro). Le tubazioni sotto traccia devono essere opportunamente segnalate, per evitare possibili danneggiamenti (es. forature causate da trapani) successivamente alla loro posa. In mancanza di segnalazione, prima di forare un muro, è bene dotarsi di uno strumento in grado di rivelare la presenza di metalli, facilmente reperibile presso un buon negozio di ferramenta.

Vigili del FuocoSicuro GasLe norme specifiche riportano, comunque, indicazioni dettagliate sul tipo e sulle caratteristiche dei componenti e dei materiali da impiegare per la realizzazione degli impianti. Gli apparecchi fissi e quelli ad incasso devono essere collegati all’impianto con un tubo metallico rigido e raccordi idonei, oppure con un tubo flessibile di acciaio inossidabile a parete continua, munito di estremità filettate. Gli apparecchi mobili, non da incasso, possono essere invece collegati all’impianto del gas con uno speciale tubo flessibile in gomma. Questo rappresenta un componente importante per la sicurezza, dato che il tubo di gomma non deve essere sottoposto a sforzi né collocato in posizioni che possano provocare deformazioni, rotture o surriscaldamento.

Il tubo in gomma deve essere sostituito almeno una volta ogni cinque anni, entro la data di scadenza stampigliata sul tubo stesso.

Il misuratore del gas (contatore), analogamente alle tubazioni di adduzione, non deve essere utilizzato in modo improprio (es. per appoggiarvi oggetti vari) e deve essere protetto da urti e contatti accidentali.

CARATTERISTICHE E RACCOMANDAZIONI SPECIFICHE PER CIASCUN TIPO DI GAS IL GAS NATURALE
Per gas naturale si intende una miscela di idrocarburi, composta principalmente da metano e in misura minore da etano, propano e idrocarburi superiori. Può contenere anche alcuni gas inerti tra cui l’azoto e l’anidride carbonica. E’ un gas incolore, inodore e non tossico. E’ composto da carbonio e idrogeno e la sua formula chimica è CH4. Il gas metano ha un peso specifico di circa 0,55 kg/m3, inferiore a quello dell’aria e ha pertanto una naturale tendenza a salire verso l’alto (gas leggero). Tale elemento deve essere ben considerato ai fini della sicurezza, specialmente nelle problematiche di aerazione e ventilazione dei locali in cui sono installati gli apparecchi di utilizzazione. Le norme per gli impianti ad uso domestico alimentati a gas naturale sono contenute nella norma UNI CIG 7129.

DEFINIZIONI METANO
ODORE Odorizzato con apposite sostanze dall’odore sgradevole (disposto obbligatoriamente dalle normative vigenti)
DENSITA’
In fase gassosa kg/m3 a 15 °C e 1 bar (Aria convenzionale = 1,00)
0,55
CAMPO DI INFIAMMABILITA’
nell’aria (% in volume)
dal 5% al 15%
TEMPERATURA DI ACCENSIONE 595 °C
ARIA NECESSARIA ALLA COMBUSTIONE
(per 1 m3 cubo di gas)
9,5 metri3
POTERE CALORIFERO 9.020 Kcal/m3
COMPORTAMENTO IN CASO DI EMERGENZA
In caso di perdita di gas
Se si individua una perdita di gas dalla bombola o dal suo rubinetto o dalla sua valvola e non si è in grado di eliminare tale perdita con i propri mezzi, ci si deve comportare – a seconda dei casi – nei modi seguenti: • Se la perdita è di un certo rilievo, si deve trasportare la bombola con tutte le precauzioni del caso, in luogo aperto quanto più possibile lontano da edifici, strade, ecc.. In detto luogo, avendo cura che nessuno si avvicini alla bombola, si lasci che il gas fuoriesca dalla bombola fino ad esaurimento. La bombola non va né inclinata né rovesciata; • Se la perdita non è rilevante, si deve evitare che si producano accumuli di gas all’interno dei locali e si deve provvedere, comunque, all’immediata sostituzione della bombola. In ogni caso: • Chiudere la valvola o il rubinetto • Ventilare i locali

In caso di incendio
Se il gas che fuoriesce dalla bombola prende fuoco, si deve rapidamente tentare di bloccarne la fuga, chiudendo il rubinetto o la leva del regolatore nel caso di bombola con valvola. E’ bene proteggersi la mano ed il braccio con un indumento o panno, possibilmente bagnato. In caso di impossibilità, si deve evitare il surriscaldamento della bombola, che potrebbe comportarne lo scoppio. Pertanto, se si è in grado di farlo, si deve irrorare la bombola con abbondante getto d’acqua e ciò fino ad esaurimento del gas in essa contenuto. Anche in questo caso la bombola non deve essere inclinata o rovesciata.
ISTRUZIONI PER L’UTENTE DI GPL IN PICCOLI SERBATOI
Questo tipo di installazione consiste generalmente in un piccolo serbatoio fisso, interrato o fuori terra, di capacità variabile fra i 1.000 e i 5.000 litri. Ogni impianto è dotato di dispositivi, equipaggiamenti e condotte adatti per alimentare in sicurezza le apparecchiature di utilizzo collegate e per consentire i controlli d’esercizio. La realizzazione di questi impianti, la loro manutenzione ed il rifornimento sono operazioni affidate alle società distributrici e ad aziende che, per tali attività, impiegano personale specializzato e qualificato. Situazioni di rischio potrebbero tuttavia determinarsi anche per conduzione inadeguata oppure per scarsa attenzione alle buone pratiche di utilizzo. E’ pertanto indispensabile che ogni utente, consapevole delle responsabilità che gli competono, sia informato sulle norme d’esercizio e sulle precauzioni da adottare per evitare situazioni di rischio o per gestire eventuali emergenze. Per quanto riguarda le competenze di chi utilizza questi serbatoi, è bene sapere che essi sono dotati dei seguenti accessori: a) Indicatore di livello del liquido a segnalazione continua, che fornisce la percentuale volumetrica di riempimento del serbatoio. Sul quadrante è indicato, con segno rosso, il livello massimo consentito; b) Manometro per la rilevazione della pressione massima di esercizio consentita. Una volta raggiunta questa pressione entra in funzione la valvola di sicurezza. Ogni deposito è corredato di istruzioni di sicurezza per l’utente, applicate sul coperchio del pozzetto o in prossimità del serbatoio. Presso il deposito devono essere disponibili almeno due estintori a polvere chimica da 6 kg cadauno, adatti per fuochi di classe 89 B-C, conformi alle norme vigenti. Il deposito deve essere installato conformemente alle disposizione di Prevenzione Incendi.

Il deposito è soggetto ad autorizzazione e controllo da parte del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco.

Qualora si avverta odore di gas, chiudere l’erogazione (rubinetto della bombola – per le bombole munite di valvola agire sulla apposita leva del regolatore), ventilare bene l’ambiente tenendo presente che il GPL è più pesante dell’aria e si diffonde rasente al suolo, far controllare l’impianto da personale qualificato; 13) Dopo ogni utilizzazione chiudere il rubinetto o la valvola, senza forzarli; 14) Nei locali dove sono installati bombole e apparecchi a gas deve essere assicurata la ventilazione tramite adeguate aperture. Le apparecchiature dotate di tubo di scarico devono essere collegate a canna fumaria; 15) Le bombole non collegate devono essere restituite al rivenditore; 16) Le norme per gli impianti a GPL per uso domestico alimentati da bombole sono contenute nella norma UNI CIG 7131. In caso di dubbio, consultare personale qualificato; 17) E’ bene che i bambini siano tenuti lontano sia dalle bombole, sia dagli apparecchi utilizzatori.
COMPORTAMENTO IN CASI DI EMERGENZA
In caso di perdita di gas
Se si individua una perdita di gas, ci si deve comportare in uno dei seguenti modi: • Se si tratta di una perdita all’impianto di utilizzazione, chiudere la valvola di prelievo del gas sul serbatoio e chiamare l’installatore che ha realizzato l’impianto; • Se si tratta di una perdita di lieve entità dal serbatoio o dall’impianto di erogazione, chiedere l’intervento di personale qualificato; • Se si tratta di una fuga consistente, disattivare l’utilizzatore chiudendo tutte le valvole e i rubinetti dell’impianto; curare che nessuno si avvicini al punto di fuga, lasciare che il gas fuoriesca fino ad esaurimento senza tentare interventi ed evitare di creare condizioni di innesco. Chiedere l’intervento urgente di personale qualificato e, in caso di necessità, chiamare i Vigili del Fuoco.

In caso di incendio

Chiamare i Vigili del Fuoco ed inoltre:Se il gas che fuoriesce dal punto di fuga prende fuoco, si deve tentare – ove possibile – di bloccare rapidamente la perdita chiudendo la valvola di intercettazione posta a monte del punto di fuga. Per far ciò, è bene proteggere la mano ed il braccio, per esempio con un panno bagnato. Intervenire quindi con i mezzi di estinzione (estintori a polvere) normalmente in dotazione all’impianto di stoccaggio GPL. In caso di impossibilità, si deve evitare il surriscaldamento delle tubazioni e soprattutto del serbatoio. Se possibile, raffreddare il serbatoio irrorandolo con acqua, anche dopo lo spegnimento delle fiamme. Una volta spento l’incendio, chiedere l’intervento urgente di personale qualificato per l’eliminazione della causa dell’incidente, il controllo delle apparecchiature ed il ripristino dell’esercizio in condizioni di sicurezza.